aiuto le persone a vedersi

Ciao, io sono Mattia. Sono un coach ICF con credenziali ACC e un fotografo. Sono arrivato a queste due professioni dopo un lungo percorso di cui se vuoi ti racconterò più in dettaglio di persona. Quello che conta è che questo cammino mi ha riportato alle due cose che mi è sempre piaciuto fare: ascoltare e guardare, con la massima attenzione possibile, per raccogliere tutta la bellezza che sento e vedo intorno a me.

Una volta ho letto una frase che mi ha colpito profondamente "diventa la persona di cui avevi bisogno da giovane" e così ho fatto.

Avevo bisogno di qualcuno capace di ascoltarmi senza mai giudicarmi, di capirmi e di aiutarmi a vedere le cose da un punto di vista diverso dal mio. Qualcuno capace di restituirmi un’immagine, reale o metaforica, che fosse spogliata dal mio giudizio, dai miei sensi di colpa e dal mio senso di inadeguatezza. Se avessi incontrato quel qualcuno il cammino di cui parlavo sarebbe stato forse altrettanto lungo, ma sicuramente meno faticoso.

I miei due mestieri alla fine sono soltanto uno: aiutare le persone a vedersi.

Coaching

Ho scoperto il coaching nel 2018 quando mi sono formato con il metodo FUTURE e ho conseguito le credenziali ACC della International Coaching Federation.

Ho imparato che tutti abbiamo bisogno di un luogo dove raccontare la nostra storia. Ho imparato che essere ascoltati con attenzione, curiosità e fiducia è un atto di cura. Ho imparato che la domanda giusta al momento giusto può sbloccare un meccanismo calcificato da molto tempo. E ho imparato che noi capiamo veramente quello che sentiamo quando abbiamo l’occasione di parlarne ad alta voce in uno spazio in cui ci sentiamo al sicuro.

Essere ascoltati in modo attivo da una persona che ha piena fiducia nelle nostre capacità è qualcosa che sperimentiamo raramente, ma quando accade ci cambia. Ci fa crescere. A me è successo ed è un onore portare questo stesso cambiamento nelle vite di altri.

Fotografia

Quando a sei anni mi hanno regalato una macchina fotografica polaroid, dopo vari tentativi di fotografare il mio criceto (senza successo perché non stava mai fermo) ho chiesto a una mia compagna di classe di mettersi in posa e l’ho fotografata in camera in piedi alla luce innaturale del flash, su uno sfondo di adesivi e disegni infantili, conservo ancora quella polaroid.

Da allora non ho più smesso, ho anche attraversato un periodo in cui mi stampavo le foto da solo, avevo requisito un bagno e stampavo nella vasca con gli acidi e i fissanti. Guardare le foto emergere era e rimane una delle esperienze magiche vissute nella mia vita.

Solo quando sono diventato coach i pezzi del puzzle sono andati a posto e ho deciso di trasformare la mia passione in un mestiere.